Nel mese di ottobre e novembre 2016, Catchy ha condotto una ricerca di Data Intelligence intorno al caldo tema delle Elezioni politiche statunitensi del 2016, che dopo mesi di scontri e spaccature hanno visto Donald Trump conquistare la Casa Bianca.

Alcune delle analisi targate Catchy hanno trovato spazio su La Stampa nell’articolo di Gianni Riotta Clinton e Trump: battaglia di idee, valori, slogan, accuse e like.

La sentiment analysis degli hashtag nei tweet raccolti il 5 novembre, sabato del weekend che ha preceduto il voto, ci restituisce un’istantanea della campagna. Forte di dati e sondaggi, Hillary Clinton ha dimenticato il sentiment. La pancia guida il voto molto più dei numeri.

#AmericaFirst è l’hashtag più usato dai tweet con un sentiment positivo: chi vota Trump spesso è nostalgico degli anni in cui gli Stati uniti erano il centro del mondo.
Un suono non lontano dal Britain First che guidava la campagna per il Leave. Una campagna, quella americana, simile quella del Brexit, dove nazionalismo e imperialismo hanno prevalso sull’integrazione.
#Voterfraud e #podestaemails31 sono hashtag utilizzati solo in senso negativo. Trump e supporters parlavano di frode elettorale per il gran sostegno dei media alla campagna della candidata repubblicana. #podestaemails31, hashtag usato soprattutto il 5 novembre, testimonia quanto il gran caos dell’emailgate abbia influenzato il voto alle urne. L’hashtag, numerato a seconda del numero attribuito all’email inviata da Podesta a Obama, ha accompagnato tutta la campagna.

Alcuni hashtag, come gli ufficiali #maga per Trump e #imwithher per Clinton sono utilizzati sia in tweet con sentiment positivo, che in tweet con sentiment negativo, a testimonianza di come a volte per attaccare l’avversario politico e si utilizzano i suoi stessi slogan.

Su Twitter, le mention e i retweet ai tweet dei candidati camminano quasi di pari passo. Calo dei retweet della Clinton il 28 e il 29 ottobre. Risale a quel periodo la lettera del direttore dell’FBI James Comey che potrebbe aver intaccato la popolarità social dell’ex First Lady. Comey aveva comunicato al Congresso l’apertura di nuove indagine sulle e-mail del Segretario Clinton.

Per tutta la corsa elettorale il miliardario di New York si è fatto forte della sua campagna comunicativa. La centralità del suo slogan #maga (acronimo di Make America Great Again) è evidente nella network analysis. Un messaggio fortissimo lanciato senza neppure bisogno di grande creatività: è recuperato dagli anni ‘80 di Ronald Regan.

Lo slogan parla a chi vive la crisi economica sulla propria pelle e vuole tornare ad avere un lavoro stabile, money e fiducia nel sogno americano. Donald Trump ha acceso le speranze di chi, da un’America così com’è, resta escluso. La stella di #imwithher è chiara, la centralità di questo hashtag nei tweet dei candidati e nei retweet e reply agli stessi tweet dei candidati è meno marcata. La forza di quell’Her, Lei, la prima candidata ufficiale donna alle presidenziali statunitensi, non è stato comunicativo quanto basta.

Durante la campagna e fino al 7 novembre, la popolarità degli hashtag che si riferiscono ai due candidati si divide quasi a metà, ma la campagna di Trump domina le conversazioni. #maga, #Draintheswamp, #trumptrain, #americafirst e #tramppence sono messaggi forti e rivoluzionari che, a dispetto dei pronostici, hanno conquistato voti. Non troppi, ma distribuiti quanto basta per vincere le elezioni.