Il testo che segue è una traduzione dell’articolo Ethereum Vs Bitcoin: What’s The Main Difference? pubblicato su Huffington Post

Sebbene i Bitcoin siano stati a lungo dominanti nella scena delle criptovalute, di certo non sono più soli. Ethereum è un progetto legato alle criptovalute che ha attirato tanta attenzione grazie ad alcune sue peculiarità e possibili applicazioni.

Ethereum: Non solo soldi

La prima cosa da sapere riguardo Ethereum è che non si tratta unicamente di una valuta digitale. Parliamo di una piattaforma basata sulla tecnologia della blockchain con tanti e diversi aspetti, tra i quali gli smart contracts, la Ethereum Virtual Machine (EVM,) e la sua valuta, chiamata ether, utilizzata per i contratti peer-to-peer.

Gli smart contracts di Ethereum utilizzano applicativi depositati nella blockchain per la negoziazione e la facilitazione dei contratti. Il vantaggio di questi contratti è che la blockchain garantisce un metodo decentralizzato per verificarli e farli rispettare. La decentralizzazione rende incredibilmente difficile che possano verificarsi frodi o censure. Gli smart contract di Ethereum puntano a garantire una maggiore sicurezza rispetto ai contratti tradizionali ed abbattono i costi associati.

Le applicazioni degli smart contracts sono alimentate dagli ether, la criptovaluta di Ethereum basata sulla blockchain. Gli ether, come altri cripto-asset, sono tenuti all’interno del portafoglio Ethereum, che permette all’utente di creare e usare gli smart contracts. Il sistema è stato descritto dal New York Times come: “un singolo computer condiviso mantenuto operativo da una rete di utenti le cui risorse sono parcellizzate e pagate in ether.”

Implementare gli smart contracts con la propria criptovaluta

Ethereum permette all’utente di creare delle monete virtuali che possono essere usate per rappresentare azioni virtuali, cespiti, attestati di iscrizione ed altre cose ancora. Questi smart contracts sono compatibili con tutti i portafogli e con tutti i cambiavalute che utilizzano una coin API standard. Basta copiare il codice dal sito di Ethereum e poi usare le proprie monete virtuali per diversi scopi, come ad esempio rappresentare quote azionarie, votare e anche raccogliere fondi. È sia possibile avere un numero di monete digitali prefissato, sia averne un ammontare fluttuante basato su regole prestabilite.

Che bisogno c’è di Kickstarter quando c’è Ethereum?

Una grandiosa caratteristica di Ethereum è che dà la possibilità agli sviluppatori di raccogliere fondi per varie nuove applicazioni. Per il nuovo progetto, basta scrivere un contratto e chiedere fondi alla community. I soldi raccolti vengono trattenuti fino a che l’obiettivo non è raggiunto o fino a che viene raggiunta una data prefissata. I fondi vengono resi ai donatori nel caso in cui l’obiettivo non venga raggiunto mentre vengono dati al progetto nel caso in cui esso abbia successo. Estromettere Kickstarter dal gioco significa estromettere la terza parte, insieme alle sue regole ed alle commissioni che impone (se si includono i costi di gestione, Kickstarter può richiede fino al 10% del budget di un progetto.)

Evitare la struttura organizzativa tradizionale adottando un’organizzazione autonoma e democratica

Ethereum non solo aiuta a trovare i fondi, ma aiuta anche a costituire la struttura organizzativa per far decollare un progetto. È possibile raccogliere proposte da parte delle persone che hanno supportato il progetto e chiedere loro di votare come pensano si debba procedere. Questo significa che si possono saltare le spese di una struttura tradizionale come l’assunzione di manager e lo smaltimento di scartoffie burocratiche. Inoltre Ethereum protegge i progetti dall’influenza esterna e la sua rete decentralizzata garantisce l’assenza di tempi morti.

I dettagli più sottili: differenze tra Ethereum e Bitcoin

Esistono anche degli aspetti minori che variano tra i due progetti basati sulla tecnologia della blockchain. Il tempo necessario per la soluzione di un blocco nel caso dei Bitcoin è di circa dieci minuti, quello di Ethereum punta ad essere di soli dodici secondi. Questa rapidità è possibile grazie al suo protocollo chiamato GHOST. Un tempo di risoluzione più veloce significa conferme più veloci. Purtroppo significa anche più blocchi orfani (ndt: blocchi staccati dalla catena principale. Accade soprattutto quando due minatori casualmente producono un blocco nello stesso momento.)

Un’altra differenza fondamentale tra i due è la disponibilità monetaria. Più dei due terzi di tutti i Bitcoin disponibili sono già stati estratti e la maggior parte di essi sono andati ai primissimi miner. Ethereum ha aumentato il suo capitale di lancio con una prevendita e solo metà delle sue monete saranno già state estratte al suo quinto anno di vita.

(Ndt: i miner di una blockchain sono persone che, tramite la potenza di calcolo dei loro computer, si occupano di risolvere uno specifico problema matematico che autentica il blocco di transazioni di loro competenza e gli permette di entrare a far parte della catena principale. In cambio di questo lavoro ricevono una quantità prefissata di moneta virtuale, il che li rende a tutti gli effetti gli emittenti della moneta. Vengono chiamati miner, ovvero minatori, perché svolgono un lavoro metaforicamente simile a quello dei minatori d’oro.)

La ricompensa per l’estrazione di Bitcoin si dimezza ogni circa quattro anni e al momento è valutata 12.5 Bitcoin. Ethereum ricompensa i suoi minatori grazie ad un algoritmo “proof-of-work” chiamato Ethash con 5 ether per blocco risolto. Ethash è un algoritmo di hash che richiede molta memoria e che incoraggia l’estrazione decentralizzata, piuttosto che l’utilizzo più centralizzato di processori ASIC, come nel caso dei Bitcoin.

Inoltre Bitcoin e Ethereum determinano il costo delle proprie transazioni in modi diversi. In Ethereum il costo è chiamato Gas (ndt: costo interno per far funzionare uno smart contract o una transazione,) e dipende dalle necessità di spazio della piattaforma, dalla complessità e dall’utilizzo di banda. Nei Bitcoin invece le transazioni sono limitate dalla dimensione del blocco e competono equamente fra di loro.

Ethereum ha al suo interno un codice di Turing equivalente, il che significa che, con abbastanza tempo e potenza di calcolo a disposizione, qualsiasi cosa può essere calcolata. I Bitcoin non hanno questa capacità. Sebbene ci siano certamente vantaggi in un sistema di Turing equivalente, la sua complessità porta problemi dal punto di vista della sicurezza, come ad esempio all’attacco DAO di giugno.

Ethereum e Bitcoin: due bestie totalmente diverse

Sebbene in molti comparino solamente l’aspetto cripto-valutario di Bitcoin e di Ethereum, la realtà è che sono due progetti altamente diversi e con intenzioni differenti. I Bitcoin sono emersi come una valuta digitale relativamente stabile, mentre Ethereum punta ad includere di più, con gli ether a fare solo da componente delle possibili applicazioni degli smart contracts.

Matteo Utzeri