Fra i movimenti religiosi più importanti degli Stati Uniti, gli evangelici sono stati fondamentali per l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca  nel 2016. Uno studio del Wheaton College afferma che il 30-35 per cento degli americani si dichiara aderente alle confessioni evangeliche,  circa 100 milioni di statunitensi.
Secondo le analisi del Pew Research Center, gli evangelici sono sempre stati vicini ai repubblicani: il 78 per cento di loro ha votato per G.W. Bush nel 2004, grazie alla mobilitazione indotta dal consigliere Karl Rove, battendo in volata il senatore democratico John Kerry. Risultato superato solo durante l’elezione del 2016, quando la quota che votò per Trump arrivò all’81 per cento. È la comunità religiosa in assoluto più repubblicana esaminata dal centro di ricerca. Tuttavia, secondo diverse testate americane – il New York Times fra queste – il loro orientamento politico sta, lentamente, virando verso i Democratici.

Fonte: Pew Research Center

Il portale Elezioni USA 2020 stima la perdita di consenso nei sondaggi con una cifra compresa fra i 20 e i 30 punti percentuali. Questo perché molti evangelici non avrebbero gradito, come riportato da Abc news, la condotta del presidente durante le proteste per la morte di George Floyd, il cittadino afroamericano strangolato in diretta dai poliziotti che ha innescato le proteste della primavera scorsa, oltre che per i suoi toni aggressivi nei confronti dei manifestanti.

Molti di loro, come Taylor Swift (che si è definita cristiana tradizionalista) hanno già manifestato il loro supporto verso il candidato democratico, Joe Biden. La gran parte degli evangelici afroamericani sarebbe poi favorevole a eleggere il vicepresidente di Obama, sempre secondo il Pew Research Center. A far discutere nella comunità evangelica le dichiarazioni di Kaitlyn Schiess, studiosa della cristianità (è autrice di un importante saggio sul rapporto fra giovani cristiani e politica, The Liturgy of Politics) e adepta evangelica, che si è detta “molto preoccupata per il supporto della comunità evangelica per Trump”, aggiungendo inoltre che “la sua condotta è contraria a molti degli insegnamenti della sua chiesa, sia riguardo la sua moralità sessuale, sia riguardo il gran numero dei suoi divorzi o il modo con cui si rapporta agli altri, sia riguardo la sua ossessione per la costruzione di un grande impero economico. Non si preoccupa delle cose che, secondo il mio credo, sono importanti e di valore per un leader. Voglio che il rapporto che gli evangelici hanno con la politica cambi”.

Nonostante ciò, negli ambienti delle cosiddette “chiese evangelicali”, più simili ad associazioni di conservatori religiosi che a istituzioni religiose in senso europeo, Trump ha ancora molto successo. Ancora secondo il Pew Research Center, come riporta Elezioni USA 2020, i voti sarebbero un sostegno diretto alle sue politiche, diversamente dal 2016 in cui il presidente uscente era considerato il male minore rispetto a  Hillary Clinton.

Un’analisi a priori della loro intenzione di voto è sfida difficile. Tuttavia, i dati offerti dalle piattaforme social offrono uno spiraglio attraverso cui osservare il sentimento della comunità. Catchy insieme a Luiss Data Lab ha analizzato 25 mila tweet contenenti le parole “Evangelical” e “Trump”, cercando così di creare un campione interessato ad argomenti riguardanti la fede e le elezioni americane. Il grafico mostra l’andamento degli hashtag utilizzati dal collettivo:

I dati fanno registrare un picco di popolarità per due hashtag in particolare: #Evangelical e #Vote. Supera di diversi ordini di grandezza l’utilizzo di altri termini. A livello temporale, il picco si colloca tra il 30 e il 31 ottobre. Corrisponde a una notizia diffusa  dal sito Open democracy che svela presunti finanziamenti di uno degli avvocati del presidente Trump a una lobby evangelica russa. L’articolo genera parecchio interesse all’interno della comunità, e traina verso l’alto anche l’hashtag #Vote.

Sebbene con volumi di popolarità inferiori, anche gli hashtag collegati ai due sfidanti per la Casa Bianca subiscono una variazione. Questo il grafico che risulta isolando i due termini:

L’hashtag #Trump (in giallo nel grafico a linee) sale di popolarità a ridosso del dibattito presidenziale che si è tenuto lo scorso 22 ottobre. Un potenziale indice di interesse per gli argomenti legati all’attuale presidente Usa. La curva continua poi a progredire per tutta la settimana successiva, sebbene con un basso tasso di post giornalieri. Il termine #JoeBiden ha un livello di popolarità inferiore per quasi tutto il periodo considerato, ma fa registrare un picco a partire dal 29 ottobre. Un’analisi semantica dell’utilizzo degli hashtag più aiutare a rivelare in che modo gli utenti parlano dell’attuale campagna elettorale.

I due grafici a emiciclo rappresentano il sentiment dei tweet che contengono gli hashtag presi in considerazione. Il risultato è interessante:

Il termine #JoeBiden è usato con accezione positiva nell’ottanta per cento dei tweet presi in esame. Ciò significa che otto tweet su dieci che contengono questo hashtag lo hanno utilizzato per argomenti non critici o polemici. L’hashtag #Trump è, al contrario, polarizzante e divisivo. I tweet positivi in cui l’hashtag è presente superano di poco più di un punto quelli negativi: 51,2 per cento contro 48,8. Un equilibrio quasi perfetto del sentiment. Così, quando il campione analizzato ha utilizzato l’hashtag #JoeBiden in maniera quasi sempre positiva, gli utenti si spaccano nei tweet in cui è presente #Trump.

Chi è invece convinto del proprio supporto a Donald Trump è Franklin Graham, figlio del celebre reverendo Graham e presidente della Samaritan’s Purse. Coi suoi due milioni e mezzo di follower su twitter è uno dei membri più noti dell’universo religioso americano.

Il suo appoggio all’attuale presidente è totale: gli inviti a pregare (e votare) per il Tycoon sono ripetuti su Twitter, cercando di mobilitare la base elettorale verso il Grand Old Party. Basterà la sua netta presa di posizione a tenere compatti i fedeli?

Periodo di ricerca: 20-10-2020/31-10-2020. Tweet analizzati tramite Twitter API: 25.890

Foto copertina
michael9001 – https://www.flickr.com/photos/56626912@N02/5229944423/
Long view of The Call stage 2008, Washington, D.C., USA
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