L’analisi di Social Data Intelligence realizzata da Catchy, in collaborazione con Alkemy Lab e Luiss Data Lab, è stata pubblicata su La Stampa #Midterm election: sarà l’operato di #Trump a decidere le sorti di repubblicani e democratici
Il dado è tratto. Pochissime ore e gli statunitensi saranno chiamati ad esprimersi sull’operato di parte dell’establishment del loro Paese. Tra democratici a repubblicani, almeno secondo l’ultimo sondaggio Washington Post-Abc News, potrebbero essere favoriti i primi grazie al discreto vantaggio nella corsa alla Camera. L’analisi di Social Data Intelligence condotta da Catchy nei giorni compresi tra il 9 e il 29 ottobre sembrerebbe invece indicare un più incerto quadro politico.
Nei 68.465 tweet totali targati #election2018 (44.211) e #midtermelections (24.254) l’acronimo #maga, (Make America Great Again), utilizzato sin dagli infiammati mesi di campagna elettorale per le Presidenziali del 2016, continua ad essere il cavallo di battaglia dell’ala repubblicana (327754 citazioni) superando di gran lunga le occorrenze di #voteblue (122118), l’hashtag più utilizzato dagli avversari. A scapito delle iniziali reticenze del partito Repubblicano, lo slogan “Make America Great Again” continua quindi a trascinare con forza l’intero Great Old Party e a inneggiare a un rafforzamento delle scelte amministrative adottate dal Presidente. Molto utilizzato anche l’hashtag #walkaway (lanciato dalla denuncia del giovane omosessuale newyorkese Brandon Straka, pentito della sua precedente scelta liberal) attorno al quale serpeggia l’accusa di interferenza da parte di bot russi, come denunciato dalla CNN. Torbida anche l’origine di quello che è il quarto hashtag più utilizzato con riferimento alla campagna repubblicana. E’ il caso delle tesi filo complottiste del #qanon – che si riferisce all’idea secondo cui Trump si starebbe muovendo sotto traccia per debellare una fittissima rete di pedofilia con al vertice alcuni dei rappresentanti più noti della politica democratica.
La polarizzazione a favore o contro Donald Trump
Come si osserva nel grafico in basso, le scelte dei Democrats si sono ripartite in maniera più uniforme tra i diversi hashtag più utilizzati, ma si è trattato di scelte comunque accomunate dal riferimento all’avversario da sconfiggere (#VoteThemOut) e a cui resistere (#followbackresistence, #fbr, #resistence #resist). La radicalizzazione impostata da Trump sembrerebbe quindi aver toccato anche il partito democratico.
Gli hashtag che hanno contrassegnato le conversazioni Twitter dedicate esplicitamente a #Trump, dal 9 al 29 ottobre, rivelano un ulteriore caso di cronaca: l’uccisione del giornalista #Khashoggi, foriero di nuove tensioni tra USA e #Saudiarabia. Lontano da ogni mistero, viceversa, il sostegno e la stima del noto rapper americano #KanyeWest, più volte dichiaratosi vicino alle scelte politiche del Presidente. In generale, però, emerge un’ innegabile ventata nazionalistica, resa ancora più travolgente dall’adozione di ulteriori slogan dai toni nostalgici. E’ il caso di #Kag – acronimo del giovane slogan “Keep America Great” utilizzato in pubblico durante un comizio in Pennsylvania a favore della candidatura di Rick Saccone.
Le personalità delle Midterm Elections
Dal punto di vista dell’attività, il presidente Trump dimostra di presidiare i social meglio degli altri esponenti, mantenendosi nettamente in testa quanto a numero giornaliero di tweet, con picchi fino a 20 interventi il 10 ottobre e il 17 ottobre. A tenere meglio il confronto è il profilo dei Democratic Socialists of America (@DSA). L’account twitter, forte dei suoi 172.000 follower, nel corso dell’intero mese di ottobre non ha smesso nemmeno per un giorno di far sentire la propria voce. Eccezione fatta per le giornate comprese tra il 21 e il 24 ottobre, in cui il profilo è arrivato a raggiungere il primato e a superare lo stesso Trump registrando picchi di ben 16 interventi, quasi tutti in sostegno all’enorme carovana di honduregni partiti da San Pedro Sula in marcia verso gli States. L’account si è mantenuto stabilmente tra i primi cinque profili istituzionali maggiormente attivi.
A seguire, nel solco dell’ala democratica, l’avvocato statunitense di origine polacche @SenGillibrand. Si tratta della senatrice di New York Kirsten Gillibrand, che ha costantemente tallonato a suon di post l’attività di Trump. Non a caso il suo momento di massima attività è coinciso con la giornata del 6 ottobre, quando si è scagliata contro la nomina da parte del Presidente di Brett Kavanaugh a membro della Corte Suprema degli Stati Uniti, scelto nonostante le pubbliche accuse di violenze rivoltegli da parte di un nutrito gruppo di donne. Contraltare alle posizioni di Gillibrand, è la massiccia attività social di @LindseyGrahamSC, dopo Trump l’altro simbolo dell’avanzata del GOP. Il due volte Senatore della Carolina del Sud ben si è prestato a fare da cassa di risonanza dei temi portati avanti da Trump, toccando il suo primato di interventi, con una significativa punta di ben 19 post, nella giornata del 4 ottobre. Presente sul palco dell’Atlantic Festival, Graham ha invitato Trump a cessare le negoziazioni con il dittatore coreano KIm Jong Un.
Tra poche ore si capirà quindi se il primato repubblicano della presenza su Twitter avrà contribuito a sovvertire le previsioni elaborate dai sondaggi, oppure se le urne consacreranno la voce social del popolo democratico come espressione di una più silenziosa ma solida maggioranza.
L’analisi di Social Data Intelligence è stata realizzata da Catchy in collaborazione con Alkemy Lab e Luiss Data Lab.