Il testo che segue è una traduzione dell’articolo Bitcoin: Freedom and their Role in Black Markets pubblicato su Smith And Crown.
Sebbene molte nazioni ancora debbano accettarli come valuta legale, i Bitcoin stanno diventando asset tradizionali. Oltre a speculatori e trader, anche le aziende stanno iniziando ad adottare le criptovalute. Microsoft, Amazon ed altre grandi corporazioni e piccole imprese accettano Bitcoin. Alcune imprese stanno persino iniziando a pagare così i propri dipendenti. Centinaia di ATM Bitcoin sono apparsi in giro per il mondo, integrando lentamente le criptovalute nella società quotidiana.
Dal momento che investitori e grandi imprese iniziano ad utilizzare i Bitcoin, la gente normale inizia ad aver fiducia in questa valuta digitale misteriosa. Non sarà più confinata agli istruiti in materia. In ogni caso, man mano che sempre più persone vengono introdotte all’idea dei Bitcoin, diventa storicamente importante comprendere la loro nascita, le filosofie che hanno ispirato i loro iniziali sostenitori ed i mercati che per primi li hanno utilizzati. Prima che fossero accettati comunemente, erano oggetti per cripto-entusiasti ed anarchici radicali. Prima che venissero accettati dalle aziende più rilevanti, erano stati la valuta dei più famosi mercati neri digitali.
La genesi dei Bitcoin.
Il concetto dei Bitcoin fu introdotto per la prima volta al pubblico quando nel 2008 il loro misterioso creatore, Satoshi Nakamoto, rilasciò un documento intitolato Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System. Il 9 gennaio dell’anno seguente rilasciò il software open source Bitcoin versione 0.1. La prima transazione con Bitcoin della storia avvenne tre giorni più tardi tra il creatore ed il defunto Hal Finney.
La vera identità di Satoshi Nakamoto è sconosciuta; potrebbe essere un individuo come un gruppo di persone. Il suo coinvolgimento nel progetto finì nel 2010, quando sparì definitivamente dalla sfera pubblica, confidando nello sviluppo dei Bitcoin da parte della community. Fu proprio a questo punto che l’idea dei Bitcoin si radicò. Tutto ciò che rimaneva da vedere era ciò che la società avrebbe fatto con questa nuova creazione.
Non è possibile parlare per conto di Nakamoto o determinare le ragioni dietro la sua creazione, perciò tra alcuni è nata una controversia riguardo a quali potessero essere le sue intenzioni. Gli albori dei Bitcoin sono legati alla politica, per questo molti hanno tratto interpretazioni politiche dalle sue azioni e dalle sue parole. Per esempio, in una conversazione con Hal Finney, Satoshi disse le seguenti parole riferendosi ai Bitcoin: “Da un punto di vista libertario se riusciamo a spiegarli nel modo giusto sono molto affascinanti. Il problema è che sono più bravo con i codici che con le parole.”
Qualunque fossero le sue ragioni, il concetto stesso dei Bitcoin è liberatore, sia da un punto di vista individuale che collettivo. Chiaramente, il solo concetto dei Bitcoin fu in sè rivoluzionario. Il concetto e l’implementazione di una valuta decentralizzata controllata non da un’autorità centrale ma da una comunità non erano mai stati raggiunti nella storia, e perciò l’idea divenne estremamente seducente per persone con convinzioni molto diverse. In ogni caso, agli albori i Bitcoin non furono molto utili né dentro, né fuori dal loro circuito. Non erano niente più che firme crittografiche assegnate ad un indirizzo, al tempo completamente senza valore. Essendo meno intuitivi dei contanti e mancando della larga accettazione dei crediti, non c’erano grandi ragioni per le persone normali per usarli.
Questo creò due gruppi distinti interessati alle criptovalute. Nei primi anni chi si interessava erano o cripto-entusiasti affascinati dal loro aspetto tecnico, o difensori della privacy, cripto-anarchici e libertari che intravedevano la potenziale ascesa di nuove opportunità dovute all’avvento di questa nuova criptovaluta. L’aspetto liberatore dei Bitcoin necessitò della fiducia dei posteri nella loro costituzione come valuta, senza alcuna alternativa che potesse garantire anche solo una frazione della privacy e della pseudonimia da loro offerta. Con questa libertà, un’intera sub-cultura vide la possibilità di liberarsi dal controllo e dalle regolamentazioni governative. Il loro uso criminale era perciò inevitabile.
Silk Road
Verso la fine del 2010, quando i Bitcoin erano ancora nuovi e abbastanza sconosciuti, un ricercatore chiamato Ross Ulbricht stava sviluppando il suo progetto che avrebbe alla fine portato i Bitcoin alla ribalta internazionale. Ross, studente d’ingegneria e di scienza dei materiali, iniziò a perdere interesse nel suo campo di ricerca e ad innamorarsi delle filosofie economiche libertarie, come quelle ispirate dagli scritti dell’economista australiano Ludwig Von Mises. Secondo quanto scritto sulla sua pagina LinkedIn, i suoi obiettivi erano “usare la teoria economica come mezzo per abolire l’uso della coercizione e l’aggressione tra gli uomini.”
Con la creazione di “The Silk Road” nel febbraio 2011, originariamente lanciato come servizio nascosto accessibile unicamente nel darknet, Ross vide l’opportunità di raggiungere la libertà. In pratica The Silk Road era un Amazon per droghe e sostanze illegali, dal quale ognuno poteva ordinare anonimamente narcotici e riceverli per posta, il tutto comodamente dal computer. Usava l’anonimato garantito dal network TOR e aveva un meccanismo di reputazionale per i venditori che rendeva rassicurante l’ambiente anonimo. Silk Road manteneva presso di sè i Bitcoin in attesa che entrambe le parti fossero soddisfatte, agendo così da intermediario contro lo scamming.
The Silk Road era fondamentalmente la simulazione di Ross di un mercato anarchico. La filosofia dietro a questo mercato somigliava profondamente all’agorismo, una filosofia ultraliberale che sposa una causa di rivoluzione economica pacifica ottenuta tramite la disobbedienza civile e la creazione di mercati neri. L’agorismo sostiene che tutti i commerci dei mercati debbano essere consensuali, volontari, non violenti e liberi da ogni forma di regolamentazione governativa. L’obiettivo originario di Ross era perciò quello di promuovere all’interno della società un sistema sicuro, volontario e consensuale, dove gli individui potessero scambiarsi tutto ciò che desideravano, liberi da regolamentazioni governative.
L’abilità di inviare via posta una vasta varietà di droghe da internet fece in modo che Silk Road divenisse rapidamente popolare, incentivando migliaia di nuovi individui a comprare Bitcoin, un acquisto che altrimenti non avrebbero fatto. Ross fece funzionare il sito per circa due anni sotto lo pseudonimo di “Dread Pirate Roberts,” DPR, fino a che le forze dell’ordine finalmente lo chiusero nell’ottobre 2013 e presero Ross in custodia. In questo tempo il sito vide 1.229.465 transazioni completate con un profitto totale di circa 9.519.664 Bitcoin, probabilmente contando un costo di transazione di più del 10%. Anche dopo la caduta di Silk Road, è stato stimato che altri mercati neri abbiano “processato giornalmente più Bitcoin di Bitpay.” Questo illustra l’importanza dei mercati neri nell’economia dei Bitcoin. È certo che gli scambi di droga dai mercati neri del darket abbiano enormemente influenzato la crescita dei Bitcoin.
Durante il periodo in cui controllò l’operazione Silk Road, Ross venne presumibilmente coinvolto in una pletora di crimini. Venne accusato di riciclaggio, hackeraggio, narcotraffico e anche di aver ordinato l’omicidio di sei persone, anche se non esiste alcuna prova a sostegno di queste accuse. Nel maggio 2015, Ross venne condannato all’ergastolo senza condizionale. La gravità della sentenza fu scelta per creare un precedente, che facesse da monito per le altre persone che si univano alla scena in rapida evoluzione dei mercati sul darknet. Nonostante la gravità delle accuse, molti individui, specialmente quelli nei circoli libertari, considerano Ross una sorta di martire del libertarismo. Alcuni indicano questo caso per le implicazioni che potrebbe avere nel futuro delle regolamentazioni di internet, specialmente per quanto riguarda la responsabilità dei web host.
In ogni caso, ciò che è inequivocabile è che tramite la creazione di Silk Road, Ross ha dato popolarità ai Bitcoin, portandoli dalla cultura dei mercati neri a quella tradizionale dove prosperano oggi. Sebbene Silk Road sia chiuso da anni, scambiarsi beni illegali è ancora possibile da centinaia di altri mercati creati da poco. Tranne forse armi e sicari, che sono molto più difficili da reperire di quanto la cultura popolare lasci credere, altri beni di contrabbando come droghe o malware sono reperibili con sicurezza e facilità su diversi darknet market.
Nonostante l’economia di questi mercati sia crivellata da eventi danneggianti come per esempio l’exit scam, dove un intero mercato è scomparso, con i Bitcoin sia dei venditori che dei clienti le operazioni continuano ad avere successo e, in maggior parte, a non essere disturbate dalle forze di polizia. Anche dopo eventi come l’operazione Onymous, dove forze dell’ordine di diversi paesi hanno chiuso centinaia di siti, mercati sempre più nuovi sono stati felici di rimpiazzare quelli vecchi. Questi mercati neri dove si usano Bitcoin non solo facilitano il traffico di narcotici. Il cybercrimine è un business che ogni anno costa all’economia globale 575 miliardi. I Bitcoin sono diventati la valuta preferita da hacker e cybercriminali, e questi mercati neri sono diventati il loro posto preferito per vendere carte di credito e altri dati rubati.
Il fatto che i Bitcoin siano usati così intensivamente dal mondo criminale per ogni tipo di crimine rende ancora più interessante capire come i governi a livello globale reagiranno alle criptovalute. Certamente cercheranno di prendere in mano la situazione imponendo importanti regolamentazioni, come dimostrato dal caso di un proprietario di un sito di scambi in Estonia al quale è stato chiuso il sito e che ora si ritrova a dover pagare multe e rischia di dover passare del tempo in carcere per non aver rivelato informazioni riguardo i suoi clienti. Comunque, i governi sembrano interessati ad accettare le criptovalute ed a integrarle nella vita quotidiana, come la città svizzera di Zurigo che sta pensando di accettare i Bitcoin per i propri servizi cittadini.
I Bitcoin sono importanti per le nuove opportunità che creano. Il fatto che siano così utili per il crimine non li rendono affatto utili unicamente a questo. Proprio come i contanti, che sono utili ai criminali (alcuni pensano addirittura di abolire i contanti per questo,) ma sono straordinariamente utili anche per le spese legali e quotidiane. Lo stesso ragionamento deve essere applicato ai Bitcoin, una tecnologia estremamente versatile che garantisce ad individui ed aziende un livello sconosciuto di flessibilità e di controllo sui loro patrimoni digitali. Per queste ragioni le banche stanno iniziando a far leva sul concetto dei Bitcoin anche con le loro tecnologie. Anche se i criminali e gli anarchici furono forse la maggioranza degli early adopters dei Bitcoin, essi lo fecero per necessità, perché questa nuova creazione era l’unica decentralizzata e altamente anonima, alternativa ad altre forme di pagamento online. Il successo dei Bitcoin nei mercati neri digitali, sicuri e altamente anonimi, provò al pubblico che i Bitcoin potevano essere una risorsa.
Come disse Ross Ulbricht, “Ciò che ho imparato da Silk Road è che quando si dà libertà alle persone non si può mai sapere cosa ne faranno.” La società ha assistito all’uso criminale della libertà concessa dai Bitcoin. Ora ciò che rimane da vedere è come i prossimi imprenditori useranno questa libertà per segnare il futuro.