Nei giorni in cui l’attenzione del mondo è focalizzata su paure e rivincite della Brexit, continua #Euro2016. Ora, teminata la fase dei gironi e superati gli ottavi, le nazionali si sfidano durante i quarti, aggiustando tutto quello che nelle prime fasi non è andato. L’Italia – dopo l’insipida performance contro l’Irlanda e la bella vittoria contro la Spagna – guarda fuori dalla finestra e vede un Paese come il Regno Unito, diviso in due: giovani e adulti, restare o andarsene. Istanze che si possono trovare in tutti i Paesi (anche noi non ne siamo immuni), ma che questi Europei ci fanno dimenticare, anche se solo per un attimo. Il tifo è unico, in qualunque nazione: è un’occasione di unità. La sua leggerezza ci fa ricordare il piacere di condividere uno scopo comune.
I quarti di finale iniziano quindi con tanti dubbi e domande sulla “nostra Europa”. Dopo le prime due importanti vittorie, il passo indietro con l’Irlanda e la bella prova di forza contro gli spagnoli, gli Azzurri sembrano oggi preparati mentalmente e fisicamente. La difficile partita con la Germania sarà l’ennesima prova del nove. Restare o andarsene?

Il chiacchiericcio su Twitter

Intanto su Twitter, da buona piazza virtuale internazionale, continua il dibattito generale sul Campionato europeo, e per scoprire gli umori dei tifosi abbiamo analizzato le conversazioni intercorse sul noto social network il 22 e il 23 giugno, giorno in cui l’Italia sfidava l’Irlanda. Ecco quello che ne è emerso.

#Euro2016 si conferma come l’hashtag che sta caratterizzando più di ogni altro le conversazioni Twitter sul tema. Si presta infatti ad essere utilizzato in quasi tutte le lingue presenti nel continente e che aiuta ad aggregare contenuti relativi a squadre, partite, ed episodi diversi.
Nella classifica internazionale degli hashtag legati all’Europeo estrapolata dal campione di tweet analizzato, infatti, #Euro2016 occupa il primo posto incontrastato. A seguire soprattutto quelli che identificano le nazionali, dunque #esp, #cro, #tur, #ita, #eng #ger, e così via, la cui posizione varia in base alle partite del momento, alle vittorie conseguite, alle reazioni dei tifosi attivi sul social network.
Non mancano gli hashtag che identificano le singole partite. Su Twitter hanno fatto molto discutere le partite tra Croazia e Spagna del 21 giugno, identificata da #croesp, e quella tra Repubblica Ceca e Turchia, giocata lo stesso giorno e indicata da #czetur. La vittoria della Turchia in questa occasione ha portato nei primi posti della classifica internazionale degli hahstag più utilizzati #BizBittiDemedenBitmez, un hashtag in turco, nato come segnale di incitamento alla squadra nazionale che è riuscito, nonostante la difficile pronuncia, a catturare anche un’utenza internazionale.

Stesso discorso vale anche per altri hashtag rivolti a specifiche nazionali che hanno raggiunto però alti livelli di condivisione, come l’altro turco #eyfelikırmızıbeyazaboyayalım, il tedesco #jederfuerjeden o lo spagnolo #vamosespaña. Da segnalare anche #coybig, acronimo di Come On You Boys In Green, segno di incoraggiamento dei tifosi irlandesi che ha ottenuto molte condivisioni dopo la vittoria dell’Irlanda contro l’Italia. Tra gli hashtag non strettamente calcistici ma che nelle discussioni Twitter sono stati affiancati a #Euro2016 non poteva mancare, infine, #brexit. Una dimostrazione di come il mondo del calcio non sia impermeabile a quanto accade in queste settimane. Un mosaico di hashtag in tutte le lingue europee che rende l’idea di quanto il calcio sia seguito e continui a suscitare l’interesse dei tifosi, anche virtuali.

La frequenza dei tifosi alle partite

La ricerca sui dati provenienti dai social network ci permette di ottenere informazioni altrimenti difficili da reperire. Consideriamo ad esempio la frequenza delle partite viste da ciascuno spettatore, analizzando le conversazioni Twitter su Euro2016 e osservando i tweet geolocalizzati, cioè i tweet inviati da utenti con la geolocalizzazione attiva nell’area degli stadi nelle ore in cui si svolgono le partite. L’analisi eseguita ha monitorato tutti i tweet geoloalizzati postati dagli utenti durante tutte le partite della fase a gironi, cioè svolte tra il 10 e il 23 giugno. Quello che è emerso è interessante.

Raggruppando il numero di spettatori in base al numero di partite cui hanno assistito si scopre che l’82,8% degli utenti ha assistito ad una sola partita. I gli utenti più tifosi e che hanno assistito a due o più partite sono dunque poco più del 17% del totale. Nello specifico, l’11,6% di essi ha assistito a due partite, il 3,2% a tre partite, l’1% a quattro e l’1,3% a cinque o più.

È possibile anche analizzare in che percentuale gli utenti Twitter che hanno assistito a due o più partite lo hanno fatto nello stesso stadio e quanti hanno seguito una stessa squadra.

Tra coloro che hanno preso parte a due partite, il 15,9% le ha seguite entrambe nello stesso stadio. Tra coloro che ne hanno seguite tre, invece, questo dato si ferma al 3,2%. Dati bassi che testimoniano come ci sia una forte mobilità tra gli spettatori, che scelgono le partite da seguire non in base ad un territorio di riferimento ma in base ad altri motivi. Uno di questi è di certo la volontà di seguire la propria nazionale.

Tra coloro che hanno seguito due partite, infatti, il 43,4% lo ha fatto seguendo una stessa squadra, mentre per coloro che hanno seguito tre partite la percentuale è del 30,8%. Percentuali comunque alte, se si considera che le partite giocate sono state tante ma che ciascuna nazionale ha giocato finora tre partite.

L’alta mobilità tra gli spettatori si spiega dunque con la presenza di gruppi di tifosi che stanno supportando la propria squadra spostandosi in base al calendario dei match.

(Elaborazioni dati e grafiche a cura di Catchy, in collaborazione con Alkemy Lab e DtoK Lab)

Redazione Catchy