A spoglio ancora in corso, si tirano le somme di una campagna elettorale cresciuta a suon di promesse, slogan e divisioni. I primi risultati restituiscono l’immagine di una Nazione spaccata ma trainata per pochi punti percentuali dal centro-destra. Risulta dunque vincente il “patto dell’arancino” anche se, a differenza di quanto pronosticato da tutti i sondaggi elettorali, con guida leghista e non berlusconiana.
Era possibile prevedere i risultati delle elezioni elettorali analizzando i social media? La Data Intelligence di Catchy sulle elezioni politiche 2018, andata in onda nella nottata elettorale su Rainews24 nello speciale di Antonio Di Bella grazie alla voce di Gianni Riotta, è riuscita ad evidenziare alcuni degli insight più significativi emersi dall’appuntamento elettorale.
La chiara vittoria del Movimento 5 Stelle
Da dicembre 2017 a marzo 2018 metà delle conversazioni Twitter sui partiti politici hanno citato il Movimento 5 Stelle. La popolarità sui social si è convertita in una vittoria schiacciante ai seggi: il partito pentastellato si conferma il primo partito in Italia superando il 30% del consenso.
Il sorpasso della Lega di Salvini su Forza Italia
Se la vittoria del Movimento 5 Stelle, seppur meno netta, era annunciata dai sondaggi elettorali, diverso è il caso per il partito di Matteo Salvini. Relegata ad alleata del vincente Silvio Berlusconi, la Lega era considerata il secondo partito della coalizione del centro-destra dai sondaggi. Uno sguardo ai dati social poteva ribaltare il risultato?
Negli oltre tre mesi di analisi, #Lega è stato il terzo partito più citato sui social e #Salvini il secondo leader dopo Matteo Renzi, in entrambi i casi prima di #ForzaItalia e #SilvioBerlusconi. La mappa in basso rivela la distribuzione territoriale dei tweet che citavano un partito e/o il loro leader. Risulta ben distribuito il colore verde rappresentativo di Matteo Salvini, soprattutto nel nord Italia.
In media nel periodo il leader più citato dopo Matteo Renzi è Matteo Salvini, seguito da Berlusconi e Di Maio. Il Movimento 5 Stelle si conferma il partito meno “personale”: le conversazioni su Luigi Di Maio sono nettamente inferiori rispetto a quelle sul Movimento.
Confrontando le conversazioni degli utenti Twitter sui leader nel tempo – a partire dal 13 dicembre 2017 fino al 26 febbraio 2018 – è possibile ricostruire il sorpasso di Matteo Salvini su Silvio Berlusconi già a partire dalla fine di gennaio 2018, tendenza che non si è mai arrestata ma, al contrario, consolidata. Picchi d’interesse per Matteo Salvini si sono registrati in particolare in relazione agli eventi di Macerata, quando Luca Traini ex appartenente al partito leghista ha sparato e ferito 6 persone di colore in strada. Nell’ultimo giorno di rilevazione si può constatare come la curva del segretario della Lega sia l’unica in crescita.
Il tracollo del Pd e di Matteo Renzi
Se per l’intero periodo di analisi si sono raccolti numerosi tweet su Partito democratico e Matteo Renzi, le conversazioni sono state per lo più negative.Il grafico in basso mostra la complex network analysis delle conversazioni sui partiti politici: come si costruiscono le community intorno ai partiti. Di che cosa parlano? Appare evidente come i temi centrali nelle conversazioni sul Partito Democratico siano #stopallederoghe e #deluca, argomenti che non accrescono la notorietà del leader toscano.
L’effetto di polarizzazione del dibattito politico si è riscontrato nella sentiment analysis. Lo studio, condotto a partire da un campione di tweet e implementato con algoritmi di machine learning, ha ponderato il contenuto dei tweet. In tal modo è stato possibile confrontare a livello nazionale i tweet riferiti al Partito Democratico. Emerge una negatività diffusa, come indicato dagli esagoni rossi della mappa dell’Italia. Gli esagoni bianchi si riferiscono a contenuti neutrali mentre, il colore verde, rivela argomenti a favore del Partito Democratico. Il sentiment quindi è in maggioranza negativo.
Una nazione spaccata al centro
La spaccatura tra nord e sud tra sostenitori del Centro Destra e del Movimento 5 Stelle appariva evidente anche dalle ricerche su Google Trend a qualche settimana dal voto.
A sinistra il grafico riferito alla frequenza di ricerca per leader effettuate su Google, monitorate tramite lo strumento Google Trends. Tale sistema consente di visualizzare su mappa interattiva la provenienza geografica della ricerca. A destra il risultato conclusivo delle elezioni riferite alle circoscrizioni italiane. Confrontando le elaborazioni dal 31 gennaio al 7 febbraio 2018 è possibile notare come, nelle regioni del Meridione, già era forte l’interesse per Luigi Di Maio, il candidato premier del Movimento Cinque Stelle. Nelle regioni del Nord e del Centro Italia si assiste anche all’exploit di Matteo Salvini, così come confermato dai risultati delle urne. Assente Matteo Renzi che nelle circoscrizioni vince con la sua coalizione in Toscana e Trentino Alto Adige.
Narrativa ed elaborazione big data Catchy a cura di Alice Andreuzzi e Luca Tacchetti con la collaborazione del progetto di ricerca e sviluppo DEEP di Alkemy Lab e il contributo di Kode Solutions e ONB Analytics.