Il nuovo governo non si è ancora formato, ma le polemiche politiche sono già un dato di fatto. Tutto merito del M5S e del Pd che, a seconda dei casi, continuano a giocare a rimpiattino su uno dei punti nodali dell’ultima campagna elettorale. Una polarizzazione netta, tale da rendere la Lega l’assente illustre del dibattito sulle fake news degli ultimi giorni.

A inasprire gli animi c’ha difatti pensato la dibattuta questione sulla fattività del reddito di cittadinanza proposto dal movimento grillino. Punto cardine delle politiche sociali del partito capofila delle politiche del 3 marzo, il provvedimento ha sollevato non poche ire tra gli utenti vicini allo schieramento di Grillo, tra i simpatizzanti dell’ex premier Renzi e in generale tra i vari detrattori dell’onda lunga del populismo elettorale.

La questione ha avuto il suo momento di massima esposizione mediatica tra le giornate dell’8 e del 9 marzo, in seguito alle dichiarazioni dei vertici di Porta Futura, centro di orientamento al lavoro di Bari, il cui primo uomo è Franco Lacarra, delegato welfare del Partito Democratico del capoluogo pugliese e figura apicale dell’amministrazione comunale capitanata dal sindaco democratico Antonio Decaro. Come Lacarra anche il sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma, avrebbe sottolineato con forza lo stato di necessità dei cittadini meridionali corsi agli sportelli dei Caf per fare richiesta immediata del sussidio economico.

Di minuto in minuto la notizia ha scalato i gradini dell’interesse popolare, facendo il giro delle prime pagine delle maggiori testate nazionali – Corriere del Mezzogiorno, La Repubblica, Il Fatto – e aggiudicandosi tutto l’interesse dell’etere.

E così, prima ancora che arrivassero le prime timide smentite da parte degli esponenti politici dei comuni coinvolti, il Partito democratico è tornato di riflesso nell’occhio del ciclone per il presunto effetto boomerang ottenuto con l’allarmismo da disinformazione di cui Renzi si era reso paladino.