La notizia dell’attentato di giovedì sera ha raggiunto i candidati alle elezioni presidenziali proprio mentre tenevano in tv l’ultimo grande dibattito della campagna elettorale. Il giorno del primo turno delle attese elezioni presidenziali francesi dunque è arrivato, e quanto successo sugli Champs Elysees non sarà di certo ininfluente.  

Elezioni che sono state molto attese non solo in Francia ma nell’intera Europa. È infatti un evento significativo per l’intera Unione visto che, dopo i venti della Brexit e dopo l’elezione di Trump negli USA, ci si aspetta di conoscere quale sarà la direzione che imboccherà la Francia.  I candidati in corsa per il primo turno sono ben undici. Undici pretendenti alla carica di Presidente della Repubblica Francese, che si ispirano a tradizioni politiche diverse – dall’estrema destra all’estrema sinistra, passando per socialisti, liberali e indipendenti. Grande assente è il presidente uscente Francois Hollande, esponente del Partito Socialista Francese che, nonostante la legge lo permettesse, ha scelto di non candidarsi per un secondo mandato.

Gli utenti dei social network sono molto attivi sull’argomento: solo su Twitter, in poco meno di un mese, le conversazioni raccolte targate #presidentielle2017 hanno superato le 300 migliaia.  

Momenti topici sono le date dei dibattiti televisivi che vedono confrontarsi i candidati in corsa. Il “Grand Débate” del 4 aprile, in particolare, ha acceso gli animi degli utenti dei social network, portando ad un’impennata delle conversazioni Twitter sulle presidenziali proprio tra il 4 e il 5 aprile. Si è trattato del primo dibattito con la presenza di tutti e 11 i candidati, un’occasione per gli elettori di conoscerli e metterne a confronto le idee. Tra i candidati più citati nei tweet compare Fillon, il che testimonia la crescente popolarità del candidato del Partito repubblicano, e a seguire emergono gli hashtag di Macron, Le Pen e Mélenchon (quest’ultimo collegato anche all’hashtag #jlm17, oltre che all’omonimo #melenchon).  

Dopo il dibattito del 4 aprile si registra un’impennata dei post dedicati alle presidenziali francesi anche su un altro social network: Instagram. Proprio dal 5 aprile l’uso dell’hashtag #presidentielle2017 conosce un picco e, in generale, cresce l’utilizzo di tutti gli hashtag sul tema. I candidati più citati tra le foto postate sono ancora Macron e Fillon. Che i social abbiano già individuato i candidati con più probabilità di passare il turno? 

Nei post Facebook degli sfidanti è France la parola più usata. La maggior parte degli altri termini richiamano le tradizionali frasi da campagna elettorale: “notre”, “retrouvez”, “français”, “pays”, “travaile”. Slogan e concetti cari al lessico politico che mirano a suscitare le attenzioni degli utenti social-elettori, ma anche riferimenti ai candidati e termini generali relativi all’ambito politico e elettorale. 

Oltre a Marine Le Pen, nomi molto presenti nei post dei candidati sono anche Mélenchon, Fillon, Poutou, Cheminade e Hamon. Volumi più bassi invece per gli altri candidati, d’altronde l’alto numero degli sfidanti prevede giocoforza che una fetta di loro sia meno popolare, espressione di pensieri politici estremi o minoritari ma non per questo meno significativi. Il sistema elettorale francese a due turni serve un po’ anche a questo: incentivare la partecipazione di candidati diversi al primo turno, ma polarizzare poi al secondo turno lo scontro sulle due anime più rappresentative. Un sistema che dal 1962 regola le elezioni dei presidenti della Quinta Repubblica francese.

Ma perché ci si riferisce all’attuale Repubblica Francese come “quinta”? Come noto, la storia francese è stata un susseguirsi di avvenimenti storici di rilevanza non solo nazionale, ma mondiale. Tutti conoscono la Rivoluzione Francese, ed è proprio con questo storico evento che ha inizio l’avventura repubblicana. La Repubblica, proclamata il 21 settembre 1792, restò la Forma di governo francese fino al 1804, quando Napoleone si proclamò Imperatore. 

 È molto difficile che già al primo turno di domenica 23 aprile qualcuno dei candidati ottenga la vittoria. Di certo, dopo questa data la battaglia si polarizzerà tra i due candidati più votati in vista del ballottaggio del 7 maggio. 

L’opinione pubblica internazionale intanto attende il l’esito delle elezioni per avere risposta ad un interrogativo: quanto è forte lo schieramento populista in Francia? Riuscirà Marine Le Pen a superare il primo turno? Che influenza avrà sull’esito delle elezioni l’attentato di giovedì sera? 

Il timore dell’avanzata di forze populiste e antieuropeiste non è del tutto infondato. Marine Le Pen, che ha seguito le orme del padre candidandosi all’Eliseo, da leader del Front National sta infatti conducendo una campagna elettorale intensa scalando rapidamente le posizioni e piazzandosi tra i favoriti. Una campagna elettorale che utilizza in modo massiccio anche i social network, per molti versi più di quanto stiano facendo gli altri candidati. 

 Su Facebook, inoltre, la candidata del Front National fa molto parlare di sé. Considerando i post delle pagine ufficiali di tutti gli undici candidati alla presidenza, infatti, i termini “Marine” e “Pen” sono tra i più diffusi. Segnale sia della grande attività dell’account ufficiale della candidata, sia del fatto che Le Pen viene significativamente citata anche nei post degli account degli altri candidati.

 

Dopo questo momento, tra nuovi moti rivoluzionari, cadute e proclamazioni di Re e Imperatori, guerre e instabilità politiche si giunge nel 1958 alla proclamazione della Quinta Repubblica, quella attuale, grazie al ruolo centrale di De Gaulle.  

 Il termine Repubblica Francese, dunque, racchiude in sé più di due secoli di storia ed è uno degli elementi costitutivi dell’identità del popolo francese. In questo contesto, le elezioni presidenziali sono un evento fondamentale per la vita politica del Paese, un momento straordinario di confronto democratico, nonostante i timori e nonostante la paura di attentati che negli ultimi giorni si è ripresentata alla porta. 

Narrativa, elaborazioni bigdata e grafiche in esclusiva Catchy per La Stampa a cura di Lorenzo Coscarella, Carla De Mare, Nicola Piras e Gianni Riotta, progetto DEEP Alkemy Lab