Il primo dibattito televisivo fra Trump e Biden era un’occasione importante per entrambi i candidati alla Casa Bianca. Se per il democratico era fondamentale tenere botta, quello a esser chiamato alla prova di forza era il presidente in carica. Trump aveva bisogno di una prestazione convincente per la rimonta, essendo indietro nei sondaggi di circa 7 punti (stando a Fivethirtyheight, sito di politica fondato da Nate Silver). L’operazione è riuscita solo in parte al tycoon: se da una parte gli attacchi al rivale sono stati continui e veementi, dall’altra l’impressione è quella di aver visto il “solito” Trump, sfacciato e aggressivo.
A dar forza alla prestazione del POTUS (President Of The United States) i buoni risultati sul piano economico, usati contro Biden. Fra una chiamata alle armi nei confronti dei gruppi di suprematisti bianchi (“Proud Boys, fatevi da parte, state pronti”), da cui gli era stato chiesto di prendere le distanze, affermazioni sul fatto che la polizia sia dalla sua parte (seguita da smentite sui social di alcune figure di spicco tirate in ballo, quali lo sceriffo di Portland) e contraddizioni sulle tasse da lui pagate (o non pagate), Trump ha seguito il copione: ha mischiato le carte e reso il dibattito caotico. L’incapacità di moderare il duello del giornalista di Fox News, Chris Wallace, è stata oggetto di critiche da parte di diversi analisti: tempi di risposta non rispettati, interruzioni continue e offese sono state le vere protagoniste del debate di Cleveland, Ohio. Povero di contenuti e ricco di schermaglie, il giudizio complessivo.
L’ex vicepresidente si Obama ha saputo trarre forza dalle critiche piovute sul suo conto durante tutta la campagna elettorale dai sostenitori di Trump. Questi, infatti, avevano abbassato sensibilmente le aspettative su di lui, avendolo apostrofato come “demente” e “incapace di intendere e di volere”. La prestazione del leader Democratico, pur claudicante su temi economici e sull’eventuale allargamento dei giudici della Corte Suprema, è stata efficace sia nelle risposte a tono alle offese di Trump (“Will you shut up, man?”, frase spopolata in tendenza sui social e già protagonista di un nuovo gadget del fundraising della sua campagna) sia quando il rivale lo ha attaccato sul piano privato.
Dopo aver difeso il figlio Hunter, protagonista di accuse di corruzione per una vicenda in Ucraina, Biden ha usato sapientemente la figura dell’altro figlio, Beau, tragicamente scomparso cinque anni fa ed ex militare in Iraq. È infatti tornata al centro del dibattito l’infelice frase di Trump nei confronti dei soldati statunitensi morti in guerra, definiti “perdenti” dal titolare dello studio ovale secondo un’indiscrezione dell’Atlantic del 2018. “Beau Biden non era un perdente”, ha urlato il candidato dem, visibilmente turbato. Un gesto teatrale piaciuto all’audience dei social che ha forse aiutato l’ex vicepresidente a far breccia negli spettatori del dibattito.
Cosa ci dicono i dati? FiveThirtyEight ha definito il debate “cacofonico”. Questi gli ingredienti che hanno caratterizzato il dibattito presidenziale del 29 settembre: insulti, attacchi diretti e affondi personali di Donald Trump contrapposti all’atteggiamento dello sfidante Joe Biden, che vuole vestire i panni della moderazione istituzionale. Un dibattito che, osservato dalla prospettiva delle reazioni emerse dalle piattaforme social, non sembra discostarsi dalle dinamiche che hanno caratterizzato la campagna elettorale di quest’anno.
L’interesse nel tempo
Grafico Trend (Periodo di osservazione: 6/09 – 30/09/2020 Fonte Twitter API tweet raccolti 401.238)
Osservando i dati raccolti tramite Twitter API ed elaborati da Catchy tramite algoritmi di machine learning, è possibile notare come l’interesse per il dibattito presidenziale aumenti in maniera esponenziale con l’approssimarsi della data del confronto televisivo. Da un’analisi quantitativa dei tweet con hashtag ufficiale del dibattito #debates2020 si osserva come questi passino dai circa 400 al giorno del 14 settembre a quasi 33 mila del week end immediatamente precedente l’incontro tra Joe Biden e Donald Trump.
Gli argomenti: Covid, tasse e figli
Utilizzando algoritmi di complex network analysis, che consentono cioè di analizzare le connessioni tra argomenti e conversazioni intorno ad un determinato tema, si nota come le discussioni social intorno al dibattito presidenziale siano stati soprattutto tre: l’epidemia di coronavirus, la presunta evasione fiscale di Donald Trump e i suoi attacchi diretti al figlio del suo sfidante, Hunter Biden.
Grafico Complex Network Analisys (Periodo di osservazione: 6/09 – 30/09/2020 Fonte Twitter API tweet raccolti 401.238)
Il grafico mostra le correlazioni semantiche tra i tweet con hashtag, rilevando il loro uso combinato all’interno dei post degli utenti. Il peso del collegamento è direttamente proporzionale al numero di volte in cui la corrispondenza viene identificata nel periodo temporale preso in esame. Una correlazione curiosa è quella dell’hashtag #lowenergybiden con #debates2020, che mostra come, quando su Twitter si è parlato di Biden, lo si è fatto soprattutto ponendo l’accento sulla sua mancanza di carisma, riconosciuta dai suoi detrattori. Uno zoom dei nodi che compongono il network rende meglio l’idea:
Grafico Complex Network Analisys (Periodo di osservazione: 6/09 – 30/09/2020 Fonte Twitter API tweet raccolti 401.238)
Gli hashtag di tendenza
In termini assoluti, l’hashtag #Biden è quello più utilizzato dopo quello ufficiale del confronto tv o delle sue varianti. È al quarto posto nella classifica degli hashtag più utilizzati dopo #debates, #debates2020 e #debatethursday. È il primo hashtag riferibile a un candidato dopo quelli utilizzato per “agganciare” il tweet alla discussione social intorno al dibattito. Sebbene a poca distanza, l’hashtag #trump è al settimo posto.
Grafico Top Ten hashtag (Periodo di osservazione: 6/09 – 30/09/2020 Fonte Twitter API tweet raccolti 401.238)
Un valore che non basta per parlare di un calo di popolarità della figura del presidente, ma che mette in luce come, dal punto di vista quantitativo, è possibile rilevare un aumento del numero di tweet con hashtag riferibili al candidato democratico alla Casa Bianca
Biden vs Trump
Grafico Trend (Periodo di osservazione: 6/09 – 30/09/2020 Fonte Twitter API tweet raccolti 401.238)
Osservando l’andamento temporale degli hashtag riferibili ai due candidati presidente, quelli correlati a Joe Biden sembrano essere in lieve aumento rispetto a quelli associati a Donald Trump. In ordine di popolarità, nei giorni immediatamente precedenti i post con hashtag #biden fanno registrare una popolarità superiore rispetto a quelli con hashtag #trump.
Sebbene la popolarità dei post a tema Trump sia stata a volte superiore rispetto alla sua controparte, il trend sembra mostrare un aumento progressivo della popolarità dei tweet riferibili ad argomenti legati a Joe Biden. Un dato che, se considerato in senso predittivo, non si discosta molto dal trend messo in luce dai sondaggi elettorali. Basterà per garantire la vittoria al candidato democratico?
Foto copertina di Ted Eytan via Flickr
La ricerca di Data Intelligence è stata realizzata da Catchy in collaborazione con Alkemy Lab (Technology & Algorithm provider per i motori sperimentali)