Su Twitter JoannaForTrump sfoggia come foto profilo il volto sorridente di una donna, ritoccato per somigliare a un dipinto. Ma non è l’account rassicurante di un’americana di mezza età, è un profilo automatizzato tra i più attivi a twittare sulle presidenziali Usa del 3 novembre. Su campione di oltre un milione e quattrocentomila post analizzati da Catchy e Luiss Datalab tramite Twitter Api che parlano delle elezioni americane, almeno otto dei primi dieci utenti più attivi sembrano essere bot. Account automatici, programmati per fare a meno dell’interazione umana. Il loro scopo spesso è uno: ricondividere contenuti di terzi per aumentarne la visibilità. La diffusione compulsiva di contenuti è chiamata spamming, ed è uno dei primi segnali che tradisce la natura di un account.
Individuarli non è facile. Il team dell’Oxford Internet Institute suggerisce di tener d’occhio quegli account che pubblicano più di 50 tweet al giorno. Il Laboratorio di Ricerca Digitale Forense dell’Atlantic Council indica come sospetto un numero maggiore di 72 e molto sospetto se superiore a 140. Inoltre, non tutti gli account sono fraudolenti. Molti sono leciti, vengono usati per rilanciare sondaggi politici e notizie attendibili riguardo le elezioni. Lo fanno alla luce del sole e il loro scopo è dichiarato nella sezione biografica del profilo. Altri sono invece confezionati per mascherare la loro natura. Quasi tutti i profili presi in esame manifestano comportamenti analoghi: la scarsa o nulla produzione di contenuti propri contrapposta a un numero esponenziale di ricondivisioni e commenti sotto i post di altri utenti. Un paio di esempi di account che agiscono in modo sovrapponibile:
Le due schermate rappresentano l’attività di due account automatizzati che condividono contenuti dei due partiti impegnati nella campagna elettorale americana: Democratici e Repubblicani.
Utilizzando TruthNest, applicazione web che permette di analizzare i profili Twitter, è possibile stimare la fraudolenza di un account attraverso alcuni parametri. Uno di questi il silenzio prolungato: rimangono cioè dormienti per mesi, prima di cominciare la loro frenetica attività in occasione di eventi preordinati, come un’elezione. Una volta risvegliati, l’altissimo numero di post o commenti è indizio che ne tradisce la natura fake.
Il grafico a torta ne descrive l’interazione: JOLPolitico, account ad alta influenza la cui automazione è certa al 90%, il 75% della sua attività è composta da retweet, un modo per allargare la platea potenziale di un messaggio, veicolandolo a più persone. Interessante notare come, sebbene l’account abbia un numero di follower non altissimo, almeno un paio di questi sono politici di livello dello schieramento dem. Il profilo del senatore texano Ted Cruz è fra questi, come pure la senatrice democratica del Minnesota Amy Klobuchar, candidata alle primarie Democratiche 2020. Nell’ultima settimana, l’account ha condiviso messaggi volti a promuovere l’early voting, il voto anticipato al centro della strategia dei Democratici per richiamare gli americani al voto nonostante la pandemia, e così battere Trump.
Anche l’attività del profilo JoannaForTrump è incentrata sulla ricondivisione di contenuti preconfezionati. Infatti, il 98% della sua attività è composta da risposte, cioè commenti sotto i tweet altrui coi quali “spammare” contenuti e link esterni alla piattaforma.
Le risposte sono finalizzate alla diffusione quasi nevrotica di link verso pagine web di streaming che diffondono contenuti della destra americana. Spesso vengono linkati sotto contenuti che criticano Donald Trump o che supportano i democratici, provando a creare una echo chamber, cassa di risonanza virtuale dove la forza delle notizie viene rafforzata e amplificata attraverso una comunicazione martellante rivolta a un’utenza omogenea e polarizzata. Come sono le comunità elettorali.
Periodo di ricerca: 01-09-2020/23-10-2020. Tweet analizzati tramite Twitter API 1.488.778