Non importa che tu sia reality, concerto o congresso. L’importante è l’evento. Sembra questo il messaggio restituito dai dati dei trending topic su twitter osservati per dieci giorni. L’ultima trovata del reality made in Italy fa parlare più della celebrazione di una carriera quarantennale. Molto distanti la politica e lo sport, con una sorpresa: il terzo posto conquistato dalla convention sindacale della Cisl.

Prendete un gruppo di bei ragazzi e altrettante avvenenti giovani donne, aggiungete qualche telecamera e la forzata necessità di mettere alla prova un rapporto sentimentale. Quello che otterrete è #temptationisland, il picco della settimana del dibattito social. Cifra estiva del #trash nazional popolare – non è un caso che si tratti dell’hashtag più digitato in associazione al programma rosa ideato da Maria De Filippi -, l’isola delle tentazioni non ha risentito di inflazione nel corso nel corso dei dieci giorni dal 25 giugno al 6 luglio vantando anche due oggettivi picchi in concomitanza della messa in onda del lunedì sera. A decretare il successo schiacciante della trasmissione da più di 250 mila tweet è stata sicuramente la scelta del format, ma ancor più l’emersione di veri stereotipi umani, fenomeno che il verbo collettivo di twitter testimonia restituendo i nomi dei protagonisti tra le parole più frequenti nei tweet dedicati. C’è l’uomo vittima delle angherie della sua donna – Ruben -, l’arrivista – Francesca -, il misogino -Nicola -, la sottomessa – Sara.

Nei confronti di questa organizzatissima corte dei miracoli il web ha continuato a nutrire e a palesare un sentiment chiaramente ironico e beffardo, ma anche un atteggiamento di faziosità e vicinanza rispetto a questo o a quel personaggio. L’antidivo Ruben, ad esempio, è stato sicuramente l’emblema della volutamente semplicistica dicotomia tra buoni\cattivi: lui, così riservato, timido, poco muscoloso e piuttosto impacciato, ha intenerito centinaia di utenti, lasciando che si schierassero dalla sua anche vip particolarmente avvezzi al chiacchiericcio da cinguettii.

Secondo, sesto e ottavo posto spettano di diritto all’evento musicale più atteso dell’anno: il concerto dei grandi numeri di Vasco Rossi al #modenapark ha messo in pausa l’Italia intera durante la giornata di sabato 1 luglio. Con oltre 220 mila spettatori paganti, centinaia di sale cinematografiche impegnate nella proiezione della diretta, oltre quaranta storici brani in scaletta, 5.6 milioni di telespettatori e uno share del 36,1%, l’evento ha registrato un record mondiale che mai prima era stato raggiunto da nessun altro singolo artista.

Con ben 73854 tweet Modena si è trasformata nel cuore pulsante di un Paese innamorato della bella musica. A confermarlo è stata anche la mole del traffico dati: durante la giornata del concerto, dalle otto del mattino fino alla mezzanotte, Tim ha registrato uno scambio di oltre 4000 GB di dati, con picchi di traffico superiori ai 700 Mbps. Una quantità enorme, equivalente all’incirca a 40 milioni di selfie su Instagram o a un live streaming Facebook della durata di due anni continuativi. La centralità umana e mediatica dell’evento ha trovato ulteriore risonanza anche in materia di sicurezza: lo stesso Vasco, visti i precedenti di Manchester, non ha fatto mistero dell’allerta terrorismo e dell’enorme macchina per la sicurezza dispiegata per l’occasione – perquisizioni, controlli, 55 telecamere con riconoscimento facciale a 1 km attive 24 su 24 e oltre 5500 addetti alla sicurezza.

A lasciare che si parlasse del concerto sono state anche altre questioni, prima su tutte la dibattuta conduzione di Paolo Bonolis. Nonostante i lusinghieri dati di ascolto, il format scelto per raccontare l’evento è stato duramente criticato, con migliaia di fan inferociti dal modus operandi adottato dallo storico volto della televisione: la lettera scarlatta della conduzione sarebbe stata resa dai troppi intermezzi parlati, rei di aver costantemente interrotto un flusso emozionale unico nel suo genere. A discolpa di Bonolis, però, è intervenuto lo stesso Komandante, il quale ha chiarito come l’esclusiva fosse stata riservata ai cinema e agli spettatori paganti, così da indurre mamma Rai ad escogitare necessariamente una formula in linea con gli accordi raggiunti con l’organizzazione del concerto.

Altra piccola nota a margine, infine, è arrivata direttamente da Luciano Ligabue: lo storico antagonista emiliano si è complimentato con il papà di Toffee e Sally per lo straordinario risultato ottenuto. Il salomonico gesto non ha mancato di suscitare il plauso del pubblico, che da anni continua a portare avanti una guerra senza quartiere tra gli estimatori del cantante di Correggio e quello di Modena.

Terzo gradino del podio per #crescereperilfuturo, l’hashtag slogan adottato dalla Cisl per il suo XVIII Congresso. La sigla sindacale, che già nel 2014 avvertiva i suoi iscritti al motto di “la Cisl è Social!”è stata impegnata in un lunghissimo percorso congressuale in giro per le federazioni territoriali di categoria, ha scelto il Palazzo dei Congressi dell’Eur di Roma per la quattro giorni conclusiva. Forte di 63 congressi delle Unioni territoriali, dei 400 congressi delle federazioni di Categoria regionali, dei 19 congressi delle Unioni regionali e degli altrettanti congressi delle federazioni nazionali, #crecereperilfuturo ha riunito in sé il generale sentiment di rinnovamento per la classe dirigente, ma anche la necessaria spinta allo sviluppo di tematiche d’attualità come ambiente, Unione europea, lavoro, welfare e violenza sulle donne.

Man mano che scendiamo la classifica, lo spettro delle informazioni si amplia a livello internazionale. E’ questo il caso di #CharlieGard – quarto hashtag della settimana con ben 24314 tweet -, il bimbo inglese affetto da mitocondriopatia, la terribile patologia dalla quale non esiste speranza di guarigione. A spaccare l’opinione pubblica è stato ovviamente lo spauracchio dell’eutanasia: dal Santo Padre, passando per Donald Trump, fino ai rappresentanti del noto nosocomio romano Bambin Gesù si levano voci e pareri contrastanti sulla legittimità dell’interruzione programmata dell’esistenza umana.

La questione di matrice morale ha avuto come momento acme in rete la giornata del 30 giugno, data inizialmente stabilita per l’arresto dei macchinari necessari alla sopravvivenza del neonato.

Di ben altro spessore l’interesse gravitante attorno a #pllendgame, l’acronimo con cui gli utenti di Twitter hanno scelto di salutare la seguitissima serie tv a stelle e strisce Pretty Little Liars.Trasmesso per ben sette anni consecutivi, il telefilm si è basato sulla saga editoriale prodotta da Sara Sherpard. Il picco di interesse del 27 giugno ha coinciso con la messa in onda dell’ultima attesissima puntata, durante la quale è stata anche rivelata la misteriosa identità del personaggio di A.D..

Il sentiment con cui la rete si è congedata dal prodotto per il piccolo schermo è stato a metà tra la commozione e una strisciante delusione per la superficialità con cui è stata risolta l’annosa vicenda.

Sebbene la bella stagione non faccia rima con il calcio giocato, il settimo posto in ordine di rilievo spetta a #spagnaitalia, la sentita semifinale degli europei under 21 che si è disputata il 28 giugno. La squadra azzurra, clamorosamente sconfitta da un sonoro 3 a 1, non è riuscita a passare il turno e a disputare la finale. E’ così, mentre Gagliardini si scusava attraverso i social per la scarsa prestazione della squadra, il web si è unito in un coro di disappunto per la performance di Donnarumma che ha comportato la seconda decisiva rete a sfavore degli azzurrini.

Angela De Mennato, Maria De Rito, Fiorinda Stasi